di Luisa STORNI, insegnante presso la Scuola Media “Don Milani” a Turbigo (MI)
Era il lontano 2003 e, come tutti gli anni, subito dopo l’inizio della scuola, bisognava scegliere la meta della gita scolastica.
Quell’anno a me spettava di organizzare la gita delle terze, il viaggio finale, quello all’estero, l’uscita più attesa dai ragazzi. In
aula insegnanti, su un tavolo, trovo un catalogo di un’associazione che non conosco, Panda Trek: lo sfoglio un po’ distrattamente, ma la
mia attenzione viene subito catturata da titoli accattivanti, descrizione di luoghi ricchi di riferimenti storici, geografici, letterari…
Leggo di paesaggi magici, di città misteriose, percorsi alternativi alla scoperta di ciò che spesso passa inosservato, ma soprattutto
noto che per ogni uscita sono declinati gli obiettivi che si vogliono e si devono raggiungere: obiettivi legati alla conoscenza,
socializzazione, crescita.
E’ la prima volta che trovo scritto, su un catalogo, nero su bianco, che ogni uscita deve avere una sua
valenza didattica e che deve essere organizzata nel rispetto delle finalità e delle regole della scuola. Anche io ho sempre portato
avanti l’idea che la gita sia una lezione lontano dai banchi di scuola, durante la quale i ragazzi possano e debbano imparare in modo
diverso e non una passeggiata tra amici o delle giornate in cui i ragazzi non dormono, mangiano di tutto, fanno “casino” in modo
organizzato.
Sono molto attratta dall’idea che ci sia qualcuno, al di fuori della scuola che la pensi come me e che condivida
quello in cui ho sempre creduto: la gita è un momento importante della crescita culturale e personale e come tale è un momento formativo
ed educativo. Parlo con i miei colleghi e decidiamo per la Foresta Nera, curiosi di capire e di vedere se tutto quello che veniva
proposto sarebbe stato realizzato e come. Così è stato… In Germania abbiamo visto luoghi affascinanti, abbiamo conosciuto la storia di
grandi città, ci siamo confrontati con tradizioni diverse dalle nostre, abbiamo sognato con leggende di streghe e principesse, ci siamo
inoltrati nel bosco di notte per rivelare i pensieri più profondi, abbiamo condiviso la fatica del trekking e i lavori domestici in
ostello, ma una cosa è stata la più importante: i ragazzi sono stati i veri e gli unici protagonisti di un’avventura che ha permesso loro
di stare insieme, di vivere le stesse esperienze, di imparare nel rispetto delle regole, dei luoghi e delle persone. E noi insegnanti?
Siamo stati aiutati a concretizzare ciò che dice la Circolare Ministeriale n. 632 del 2 ottobre 1996…
“ Tutte le iniziative devono
essere inquadrate nella programmazione didattica della scuola ed essere coerenti con gli obiettivi didattici e formativi etc...etc…” Da
allora abbiamo sempre scelto di “ andare in gita” con Panda Trek, perché la filosofia che sta dietro le loro proposte è la stessa che la
scuola persegue e perché la cura per gli aspetti educativi e didattici si è sempre rivelata una scelta vincente.
di Edy FORTINA, insegnante presso la Scuola Media “Via Cipro” a Milano
Cosa vi aspettate dalla gita?” ha chiesto Elio ai miei ragazzi di prima. “Vogliamo divertirci, stare insieme a vedere le stelle, imparare
cose nuove”. Le gite scolastiche sono un argomento scottante per gli addetti ai lavori. Per chi accompagna i ragazzi rappresentano una
grande responsabilità; spesso è anche molto faticoso fare capire che la gita è un modo diverso di fare lezione e di stare insieme e non è
il momento tanto atteso solo per creare confusione, la sera, in albergo. Proprio per questo la gita ha un senso se è supportata da un
progetto educativo che fa dell’esperienza una valida occasione di crescita, in linea con l’obiettivo primario della scuola media. Scuola
orientativa significa, infatti, anche sapere operare su quegli elementi del ragazzo, quali energia, attenzione, fiducia, spirito di
collaborazione, spirito di iniziativa, entusiasmo, coraggio, ma anche riflessione, capacità di concentrazione, immaginazione, creatività
ed intuizione, di cui egli avrà progressivamente sempre più bisogno nel processo di crescita individuale e nelle sue relazioni
interpersonali.
Ecco allora un modo molto particolare e coinvolgente di impostare e organizzare le gite, di fare turismo (con)
“diversa-mente”, progettando percorsi particolari, al di fuori di quelli tradizionali, per mostrare gli aspetti nascosti dei luoghi che,
proprio per questo, diventano misteriosi e affascinanti. Viaggiare diventa davvero una continua scoperta non solo dell’ambiente, ma anche
di sé e degli altri. Si impara a guardare le cose con occhi diversi, a osservare ciò che ci sta intorno da differenti punti di vista, a
muoversi con curiosità e in modo rispettoso della natura e degli altri, senza lasciare tracce. Ecco i momenti ludici, importanti tanto
quanto quelli didattici, i “riti” con la riscoperta del potere meraviglioso dei sensi e di tutte le preziose informazioni che ci aiutano
a percepire quello che ci accade intorno, per capire che la natura e gli altri entrano dentro di noi proprio attraverso la porta dei
sensi.
“Chiudete gli occhi e ascoltate i rumori della natura, il rumore che fa il silenzio”. Esperienza affascinante, ma ormai
insolita perché raramente vissuta, eppure più i ragazzi sperimentano i sensi più aumenta l’energia e la voglia di sperimentarli insieme e
in modo più profondo. Infatti, l’entusiasmo per la scoperta di qualcosa di nuovo è alle stelle. E’ la condizione ideale per sperimentare
che è molto piacevole camminare a piedi nudi nell’erba della radura, attraversare scalzi il ruscello che incontriamo lungo il sentiero
nel bosco, sdraiarsi nell’erba ed osservare le nuvole che cambiano continuamente forma, ammirare un prato fiorito mettendosi a pancia
all’ingiù, annusare tutti i profumi che ci arrivano dalla natura. Certamente organizzare una gita con queste modalità e con questi
obiettivi non è facile e richiede impegno, entusiasmo, professionalità e voglia di stare con i ragazzi. Se ai nostri alunni rimane il
ricordo di un’esperienza fatta di scoperte, pensieri, momenti di silenzio, emozioni, giochi, orgoglio per avere raggiunto una meta, ma
anche di regole chiare da rispettare, allora possiamo affermare con assoluta certezza che la gita ha pienamente assolto al suo compito
educativo.
Irene, accompagnatrice Panda Trek
Da una gita perfetta, forse, ci si aspetta che il tempo sia sempre sereno, il clima rimanga tiepido e si possa andare a vedere le stelle tutti insieme dopo cena. Eppure, un capriolo che attraversa la strada di notte, mentre cade la neve di un aprile matto, in Valle d’Aosta, è come una spolverata di perfezione in una notte con il cielo coperto. La via dei mulini a La Magdaleine è impraticabile, con la neve ghiacciata a terra, ma arrivare lassù e trovarsi immersi nel paradosso di un paesaggio fiorito a primavera, spruzzato di neve fresca, ci ha lasciati tutti senza fiato. Una ragazza,in quel momento, mi ha rivelato di non essere mai stata in montagna, prima. E’ uno degli aspetti di massima soddisfazione, nel portare gli studenti in gita, essere lì quando, per la prima volta, incontrano la montagna, il mare, la neve, sentirsi onorati per averli accompagnati in un’ esperienza tanto emozionante. Mi ricordo nomi, facce e sguardi di questi ragazzi, perché esprimono al massimo il senso del nostro lavoro: stimolare meraviglia, emozione, curiosità, guidarli ma imparare a lasciarci condurre dalle loro reazioni di fronte alla bellezza.
Elisabeth, accompagnatrice Panda Trek
In tutti i viaggi che faccio con i ragazzi mi aggrappo ai ricordi della mia infanzia quando altre maestre e professori mi mostravano il
mondo. Caro prof penso che tu ...posso darle del tu? Si? bene..., penso che tu, i tuoi colleghi e i tuoi alunni siate parte di me e
quindi è sempre un piacere accompagnarvi per strade e luoghi della nostra bistrattata terra, l’Europa. E’ probabile che non ci sia mai
visti prima, ma è sicuro che dopo aver passato qualche ora assieme, anche voi diventerete parte della mia vita. Formeremo una tribù in
cammino. Vi condurrò in una visione “nuova” di una città ricca di cose da conoscere. Parleremo di storia, arte e natura oppure
semplicemente giocheremo a trasformarci in giovani Indiana Jones alla ricerca di tesori nascosti. Ci sarà sicuramente lo sconfinamento
dei miei pensieri con i vostri. Non sarà importante capire di chi sarà una battuta di spirito da ricordare nei prossimi viaggi, ma
sicuramente tutti saremo carichi per le grandi emozioni che vengono partorite solo dall’unione di un gruppo di persone … piccole o grandi
che siano. Il mio viaggio con voi inizia sempre con una sfida: mettere insieme e trasmettere tutte le emozioni di un viaggio fatto
insieme. Quindi adesso tocca a te, prof, scegliere che gita fare…le solite dove i ragazzi ed i prof sono semplici fruitori... oppure la
Venezia di Elio, il Gran Paradiso di Natale o la Roma di Milena...dove tutti voi sarete i protagonisti! Camminare nel cuore della piccola
Siena dove ogni anno si gioca il palio ci permetterà di ricordare la storia italiana coronata di poeti, santi e viaggiatori.... A Mantova
sentiremo le storie della corte di re Artù e dell’amore che colse Amore e Psiche nella splendida corte gonzaghesca… per le strade di
Trieste “vedremo”, con gli occhi della fantasia, passare re e principesse quando in città c’erano Sissi e Franz. Ti condurrò per quella
stessa città che mi accolse da piccola, che mi fece crescere e mi insegnò a scoprire il nostro pianeta. Dietro di me vedrai il blu del
mare e il bianco delle ville nobiliari e davanti un gruppo di giovani ragazzi che conosci e che hanno chiesto solo di diventare grandi
esplorando il mondo: un po’ come me tanti anni fa. Un giorno Bearzot disse: “Le emozioni vengono dalla vita vissuta!”. Lui allenò dei
ragazzi che fecero semplicemente sognare gli italiani. Questo è quello che mi viene dal cuore con l’augurio di vederti presto.
Buon anno scolastico! -una ragazza dell’82-
Milena, accompagnatrice Panda Trek
Driiiiiinn!!!! Ore 4.30...l’inconfondibile suono della sveglia. Dai muoviti!!...controlla lo zaino...hai preso tutto? Cartine...ci sono, libri...ci sono, prenotazioni...ci sono. Giacca...e te pareva!! Stavo dimenticando la giacca... Bene. Pronti per partire di nuovo. Per la colazione si aspetta la sosta del pullman...adesso il bar è chiuso. Ok mi incammino che forse l’autista è già arrivato. Eccomi all’inizio di una nuova gita... Altre persone da guidare attraverso la città eterna, alla scoperta della grandezza di un tempo, degli stornelli di oggi, delle mille culture che attraversano piazza San Pietro ogni giorno. Ho quattro giorni. Quattro giorni per far “sentire” la città e alla fine chi non l’aveva mai vista dovrà poter dire di esserci stato, non solo passato visitando le cose principali, ma stato...e chi aveva già visto potrà dire di aver scoperto un volto nuovo...Perché alla fine è così. Ogni volta che torno in un posto scopro qualcosa di nuovo...oppure vedo una luce diversa e gente diversa... Poter mostrare queste piccole grandi cose ad altri è sensazionale. Come sensazionale dovrà essere la gita, perché per tutti è un’esperienza unica già in partenza...dopo settimane di organizzazione, settimane di aspettative, giorni in cui a scuola le spiegazioni in classe non entravano davvero in testa perché niente avevano a che fare con l’orario di partenza e la valigia da preparare, momenti a pensare se andrà tutto bene con la responsabilità di intere classi di ragazzi… Ci sarà da scontrarsi sicuramente, perché all’inizio nessuno vuol stare seduto sul pullman, perché quando fa caldo è dura camminare, perché alla sera non si può non far dormire le altre persone in albergo...Ma quando su quel biglietto c’era scritto “ Grazie per averci fatto rispettare le regole, grazie per averci fatto capire le meraviglie di Roma, grazie per l’avventura che ci hai fatto vivere. Questa gita non la scorderemo mai” mi sono davvero commossa... E quando quel ragazzo non voleva tornare a casa perché non aveva mai fatto una gita così mi è venuto da sorridere... E quella maestra che a Roma non c’era mai stata e sarebbe andata in pensione un mese dopo cercava di non cedere alla stanchezza per arrivare all’ Isola Tiberina... E quell’altra maestra che si è commossa quando ha sentito dai ragazzi che portavano a casa qualcosa di indimenticabile... Sembravano aver ricevuto un regalo meraviglioso. Quando puoi credere che qualcosa di buono resterà anche dopo che te ne sei andato, sapendo che forse tra qualche tempo avranno dimenticato il nome e anche la faccia di quell’accompagnatore della gita un po’ severo ma che sapeva quella storia poco nota e aveva fatto fare quei giochi la sera, allora pensi davvero che le notti senza dormire siano valse qualcosa, pensi davvero che la stanchezza sia il passaggio obbligato per regalare sensazioni, pensi davvero che la prossima settimana quando suonerà ancora la sveglia alle 4.30 per un’altra destinazione ne varrà la pena.
Elio
E’ tarda sera, quasi notte ed è arrivato il momento… niente pile o altre aggeggi che fanno luce...vi siete coperti? Bene, andiamo… il
bosco è lì che ci aspetta. Ma non ci si vede...un attimo, per favore...ecco, gli occhi sono abituati al buio...ma guarda, ci si vede!
Entriamo nel bosco… attenti a non disturbare gnomi ed altri abitanti abituali del luogo. Dai, sediamoci ….come dove ….per terra ...ma è
bagnato...dai, niente lamentele stupide… seduti!
Bene… parliamo. Di che cosa? Di voi ragazzi, di noi adulti, delle paure, delle
soddisfazioni, delle emozioni, delle aspettative… è già passata mezzora… qual è lo stato d’animo? Felice, rilassato, tranquillo,
emozionato… adesso vi racconto una storia. Una storia raccontata in un bosco, al buio, con ragazzi che sono diventati parte del luogo,
non è una storia come le altre. E se poi alla fine, dietro di me passa un cerbiatto… qualcuno, quelli che neanche volevano sedersi si
sono stesi e guardano le stelle tra gli alberi… è ora di tornare all’ostello. Nooooo… dai, ragazzi dobbiamo andare.
Poco tempo fa
ho incontrato un ventenne portato tempo fa in Foresta Nera… ciao, come stai? Tutto bene? Esami? Vita?
Ricordi la gita?...si, si
ricordo e la cosa più emozionante è stata la storia nel bosco di sera…
Elio
Sera. Tra poco a letto, ma prima vi leggo una poesia… noooo… le poesie sono noiose… ce le fanno studiare a scuola…
cos’è poesia
per voi? Un modo per esprimere emozioni… esatto, forse il modo migliore… Adesso ascoltate e poi mi dite… e comincio a leggere cercando
anche di guardare i volti dei ragazzi e le loro espressioni e...meraviglia delle meraviglie...sono tutti in silenzio ad ascoltare,
qualcuno anche con la bocca aperta… Grande emozione, ogni volta, e la sensazione di riempire quelle testoline o testacce con qualche cosa
di nuovo, qualcosa che magari le cambierà.
Vi è piaciuta? Si… si… che ne pensate? Quale frase vi ha colpito? Ed ecco che alza la
mano proprio chi non ha mai parlato durante la giornata o proprio chi sembrava completamente assente a tutto...dimmi. Ed ecco l’emozione
salire dentro… poi, alla fine della gita, arriva un biglietto… ”Volevo ringraziarti perché, con una poesia, mi hai fatto riflettere sul
valore delle cose…” ...e l’emozione sale, insieme alla certezza, che sovrasta i dubbi, di fare bene il mio lavoro di educatore.
Caterina, Margherita e tutti gli altri della 3° B di Via Cipro Milano
Dosi per una classe
Ingredienti
Curiosità
Volontà
Cervello
Un bicchiere di attenzione
Una tazza di umorismo
2 kg di divertimento
Una guida Panda Trek
In una ciotola amalgamate umorismo e cervello,
fino ad ottenere un impasto omogeneo, lasciatelo da parte. In un'altra scodella montare con una frusta la curiosità, la volontà, il
divertimento e una guida Panda Trek. Dopodiché unire il tutto e mettere in forno a 120° di soddisfazione. Servitelo con il sorriso
stampato sulle labbra e...
BUON APPETITO!
Quella sopra era una ricetta scherzosa, anche se tutti questi ingredienti
li abbiamo trovati realmente nella gita in Valle d'Aosta. Anche se le gite didattiche possono sembrare noiose, Panda Trek ci ha insegnato
a considerarle come un'opportunità di fare lezione in modo diverso. Un insegnamento importante che abbiamo ricevuto ci è stato fornito
nella gita al bosco: ascoltare il cuore. I due giorni passati ci hanno fatto capire come la natura possa essere importante per noi e
quante sensazioni può farci provare: allegria, stupore, meraviglia... ciò è solo un assaggio di ciò che abbiamo fatto e imparato in gita.
Vogliamo esprimere le emozioni che abbiamo provato attraverso una poesia, inventata da noi. La nostra guida ci ha insegnato ad apprezzare
questa forma d'arte, in cui gli autori si esprimono senza confini:
La Valle d'Aosta è un posto meraviglioso,
molto
avventuroso,
ma se una guida speciale non hai
da nessuna parte andrai!
Tanti stati d'animo abbiamo incontrato
:
gioia,fatica, entusiasmo… e il divertimento è assicurato!
All'osservatorio ci han portato,
le stelle abbiamo
guardato.
All'hotel abbiamo dormito
e con un "buongiorno" ci han svegliato.
Quando la gita è finita
la
classe è stata riunita
per un grosso abbraccione
e ad Elio in particolare... un bacione!