Risale alla seconda metà del XII secolo la realizzazione del primo tratto navigabile. Così i cinquanta chilometri del primo canale, (Ticinello), furono inaugurati nel 1179, dando il via alla costruzione del Naviglio grande. Grandi ingegneri misero mano al progetto e ancora oggi si può ammirare l'innovativo sistema di chiuse ideato da Leonardo verso la fine del Quattrocento. Quale sia la magia di questi canali è difficile capirlo, se esiste una calamita per artisti d'ogni razza, questa è proprio l'acqua, né chiara né dolce, del naviglio.
Nel 1805 Napoleone completò la costruzione del Naviglio pavese realizzando quello che per secoli fu il sogno dei milanesi: il mare si raggiungeva tramite il Naviglio di Pavia e il Po, il lago Maggiore tramite il Naviglio grande e il Ticino, il lago di Como tramite il naviglio della Martesana e l'Adda.
Il trasporto dei marmi delle cave di Candoglia (Val d'Ossola), utilizzati per la decorazione del Duomo di Milano avveniva proprio attraverso questo canale. Nasce nei pressi della cascina Castellana (sbarramento della Paladella) e passando per Abbiategrasso, giunge dopo circa 50 chilometri alla Darsena di Porta Ticinese a Milano. Nella seconda metà dell'Ottocento il sistema dei trasporti fluviali decadde sia per la lentezza dei viaggi (3 Km. all'ora), sia per la concorrenza delle ferrovie e delle linee tranviarie che soppiantarono la navigazione fluviale interna ed esterna alla città.
Obiettivi specifici: conoscere un’antica via di comunicazione
Attività: in bici lungo i navigli
Durata: un giorno
La Riserva Naturale Sorgenti della Muzzetta, compresa nel territorio del Parco Agricolo Sud Milano, è un elemento caratteristico del superstite paesaggio lombardo della fascia delle risorgive che include i fontanili, opere di captazione delle acque freatiche la cui origine si può far risalire al XII secolo. I primi fontanili, furono probabilmente ricavati dalle opere di bonifica di zone paludose, che si formavano a causa di naturali affioramenti; in seguito hanno assunto un ruolo significativo nell'incrementare alla rete irrigua, estendendo in tal modo le aree coltivabili. Le Sorgenti della Muzzetta in origine erano costituite da tre teste di fontanile tradizionalmente denominate Molino, Vallazza e Regelada, ma solo le prime due, pur con segni di esaurimento, sono giunte a noi.
Obiettivi specifici: conoscere la zona dal punto di vista naturalistico
Attività: in bici tra le risorgive
Durata: un giorno
Le Tre Città Murate e Castellate… al centro della pianura padana, a pochi chilometri a sud-est di Milano e vicino alla città di Cremona, ci si trova improvvisamente lontano da ogni congestione di traffico. Immersi in una campagna verdeggiante percorsa da fiumi, da canali e da numerosi altri corsi d’acqua minori. In questo paesaggio si trovano tre piccole città murate dalle antiche storie gloriose. Sono borghi nati per sorvegliare i passaggi sui fiumi della bassa Valle Padana: Crema Città Murata sul fiume Serio, Pizzighettone Città Murata a cavallo dell’Adda e Soncino Città Murata alta sul fiume Oglio.
Obiettivi specifici: conoscere antichi borghi
Attività: in bici tra Crema, Pizzighettone, Soncino
Durata: un giorno
Quando il traffico viaggiava sull’acqua, tutte le merci provenienti dalle regioni orientali e destinate a MIlano- transitavano da qui. Il fascino dei tempi andati lo si può ancora gustare ripercorrendo questa via in bicicletta, lungo i margini del Naviglio che, dal centro città, conduce fino all’Adda. Si parte da via Melchiorre Gioia e ci si ritrova immersi in uno scenario urbano dal “volto umano”, con i giardini delle ville di viale Padova a pochi centimetri dalla riva del Naviglio. La grande ruota mossa dall’acqua del Naviglio, all’altezza di Groppello si vuole che sia stata progettata da Leonardo Da Vinci in persona: non si tratta di un mulino, bensì di una noria, perché la sua funzione è quella di sollevare l’acqua per utilizzare nell’irrigazione dei campi.
Obiettivi specifici: conoscere un’antica via di comunicazione
Attività: in bici lungo i navigli
Durata: un giorno
Bellissimo giro ad anello che collega i Laghi prealpini di Varese, Monate e Comabbio: tre specchi d'acqua adagiati tra le colline moreniche dell'Insubria. Il percorso è tutto su ciclabili o strade secondarie a basso traffico con un facile tratto sterrato di una decina di chilometri. Dislivello trascurabile con qualche lieve saliscendi, se escludiamo la tratta iniziale/finale dal centro di Varese (parcheggio stazione ferroviaria) all'omonimo lago. L'itinerario è di interesse naturalistico e ambientale, svolgendosi tra i fitti boschi della brughiera e le paludi dei laghi.
Obiettivi specifici: conoscere la zona dei laghi
Attività: in bici tra i tre laghi (tratto da scegliere)
Durata: un giorno
Un corridoio di acque solca da nord-ovest a sud-est la pianura lombarda ripercorrendo il tracciato di quello che un tempo era lo storico confine tra il Ducato di Milano e la Repubblica Veneta. È il fiume Adda. Le sue acque hanno rappresentato una frontiera per secoli, o almeno fino al 1911 quando venne costruito il ponte sull’Adda. La realizzazione di un collegamento tra le due sponde fu avviata in un punto specifico del corso del fiume, dove l’alveo si restringe e l’impeto delle acque si placa. Qui sorge oggi il comune di Brivio il cui nome, non a caso, deriva dalla parola celtica “briva” che significa “ponte”. A nord rispetto all’abitato di Brivio si apre uno scenario inaspettato, completamente diverso dagli altri tratti del letto del fiume: la palude. Questo ambiente unico, arricchito da bellissimi fiori acquatici e da un sottobosco umido e ombroso, ha anche una storia particolare: i terreni della palude erano in passato divisi come se fossero “campi coltivati” tra i pescatori, che ne traevano sostentamento.
Obiettivi specifici: pedalare in mezzo alla natura
Attività: escursione
Durata: un giorno
Ogni tanto il mistero del Lago Gerundo ritorna ad incuriosire: si organizzano visite a tema, sono stati scritti libri e si sono formulate teorie… In realtà non abbiamo fonti scritte certe, sull’esistenza del lago, ma la tradizione orale ci ha lasciato in eredità anche questo enigma. Pare che il Gerundo si estendesse tra i fiumi Adda e Serio fin dalla preistoria: com’è possibile che un lago così grande sia sparito? Partiamo dal nome: Gerundo. È facilmente intuibile che questo nome derivi dal dialetto “géra”, ghiaia, o “gérola”, sasso, e questo basta per descrivere la conformazione di questo territorio. Ma, secondo un’altra teoria più ambiziosa, il termine “Gerundo” deriva dal greco “Acheron”, in riferimento al fiume Acheronte: infatti il lago era più che altro una zona malsana e paludosa, da evitare a causa delle sue esalazioni nocive. Ma perché il Lago Gerundo era così insalubre? E qui la tradizione orale e le ipotesi degli storici si fondono con la leggenda: si racconta, infatti, che il territorio del lago fosse infestato dal drago Tarantasio, un mostro che con il suo alito non solo rendeva malsana l’aria (diventando portatrice di una serie di malattie, tra cui la febbre gialla), ma terrorizzava la popolazione cibandosi di esseri umani… preferibilmente di bambini. Pare che la sua zona di caccia prediletta fosse la zona di Lodi, anche se tracce della sua presunta esistenza si ritrovano tutt’oggi anche a Milano: infatti pare che nella Chiesa di San Marco ci sia un affresco che raffigura un animale simile ad un rettile mentre esce dall’acqua.
Obiettivi specifici: conoscere la zona della leggenda
Attività: escursione
Durata: un giorno
A ogni passione, una visita nell’Oglio Po: arte e cultura, natura, enogastronomia, spiritualità cristiana ed ebraica. Dalla perla del Rinascimento, Sabbioneta, ai borghi più belli d’Italia, sarà sorprendente scoprire tutte le risorse del territorio. Se amate la buona cucina, c’è un itinerario dedicato proprio a voi, servito su un piatto d’argento. Preferite la natura? Potrete immergervi nelle aree protette, nelle oasi e riserve naturali, ricchissime di flora e fauna della Pianura Padana.
Obiettivi specifici: pedalare lungo il fiume
Attività: escursione
Durata: un giorno
Il fiume Ticino è stato sempre confine naturale tra civiltà, nazioni, popoli, regnanti, che hanno abbondantemente fortificato questa area strategica soprattutto con torri di avvistamento e castelli...Castello di Abbiategrasso, di Vigevano, di Bereguardo, Villa Visconti a Cassinetta di Lugagnano, l’Abbazia di Morimondo… sono solo alcuni dei tesori dell’arte situati nel territorio del Parco. Il fiume Ticino, posto su uno dei più importanti itinerari che univa la pianura padana con il centro Europa, ha rappresentato fin dalla Preistoria una comoda via d’acqua per traffici commerciali di ogni genere. Sulle sue sponde si sono sviluppati insediamenti umani fin dalle epoche più antiche. Testimonianze di insediamenti, dall’epoca mesolitica fino alle centuriazioni romane, sono raccolte nei vari interessanti musei allestiti da alcuni comuni: a Sesto Calende, Arsago Seprio, Gallarate, Gambolò, Vigevano e Varallo Pombia.
Obiettivi specifici: pedalare lungo il fiume
Attività: escursione
Durata: un giorno
Tra il Garda e il Po, esiste l'area protetta Parco del Mincio. Un lembo di Lombardia incastonato tra l'Emilia e il Veneto, un territorio fatto di acqua e di terra rubata all'acqua, che include Mantova, città UNESCO, i tesori d'arte e gli emblemi di un passato segnato da eventi bellici cruciali nella storia d'Italia, e una varietà di ambienti naturali di incomparabile fascino, che il fiume Mincio ha plasmato con inimitabile maestria. Dai colli morenici fino alla confluenza con il Po, Terre del Mincio è anche un inedito tracciato di scoperta di bellezze monumentali, di opere frutto dell'ingegno umano, di paesaggi unicamente forgiati dalla natura e di presidi del gusto e dell'enogastronomia tradizionale.
Obiettivi specifici: pedalare lungo il fiume
Attività: escursione
Durata: un giorno
Il Monte Generoso è la montagna più panoramica del Cantone Ticino. Con un trenino a cremagliera che parte da Capolago, sul Lago di Lugano, a 274 m.s./m. si raggiunge la vetta, a 1704 metri di quota, dopo 40 minuti di viaggio attraverso una natura incontaminata. Dalla vetta si gode di un panorama incantevole sulla regione dei Laghi (di Lugano, di Como, di Varese e Maggiore), sulla pianura Padana con Milano e dagli Appennini fino alla catena Alpina, dal Gran Paradiso al Monte Rosa, dal Cervino alla Jungfrau e dal massiccio del Gottardo fino al gruppo del Bernina.
Obiettivi specifici: conoscere un ambiente naturale
Attività: escursione
Durata: un giorno
“Ora essendo io […] un giorno andato ai bagni del Masino per via di diporto. […] Quivi, per fuggir il sonno del merigge, che dicono quei medici esser pestifero a chi prende quei bagni, sogliono dopo desinare ridursi per la più parte sotto una costa de la montagna, la quale è di modo alta che, passate tre o quattro ore del mattino, il sole non la può con suoi raggi battere.”
Così Matteo Maria Bandello nei primi anni del XVI secolo, ma in effetti le natura della Valle dei Bagni ha una sua ombrosa e affascinante peculiarità conferitale dal sapiente gioco dei chiaroscuri estivi. Dall’incombere del Cavalcorto da un lato e dal contemporaneo schiudersi verso i pendii della Val Porcellizzo alla cui testata stanno i veri numi tutelari del Masino: Il Badile e il Cengalo, accompagnati da una moltitudine di cime.
Obiettivi specifici: conoscere un ambiente naturale
Attività: escursione
Durata: un giorno
LINEA CADORNA è la denominazione ufficiale con la quale oggi si identifica il sistema di fortificazioni costruito lungo il confine italo-svizzero tra l’estate del 1915 e la primavera del 1918, nel momento in cui si ebbe timore che, penetrando dai valichi alpini delle Alpi centrali svizzere, le truppe austro-tedesche potessero in breve tempo raggiungere ed occupare i centri nevralgici industriali ed economici del nostro paese. La costruzione di questa linea, detta “Linea di difesa alla frontiera nord”, fu il compendio di quasi cinquant’anni di studi, progettazioni, ricognizioni, indagini geomorfologiche, pianificazioni strategiche, ricerche tecnologiche. Con l’attenuarsi dei rapporti di alleanza con Germania ed Austria e l’esplicarsi delle non più tanto celate simpatie germanofile dei superiori apparati militari svizzeri, il governo italiano si trovò a prendere in considerazione la possibilità di una probabile infiltrazione nemica attraverso il confine con la Svizzera.
Obiettivi specifici: conoscere un ambiente naturale
Attività: escursione
Durata: un giorno
I Corni di Canzo sono un gruppo montuoso sito nel Triangolo lariano. Si tratta di tre cime rocciose, disposte da est a ovest che prendono il nome dal comune di Canzo, infatti quella centrale e quella occidentale delimitano la testata settentrionale della val Ravella ed al contempo costituiscono il confine fra il comune di Canzo e quello di Valbrona. Solo la terza cima, quella più bassa, è nel territorio del comune di Valmadrera. Il Corno occidentale è alto 1373 metri, quello centrale 1.368 metri, mentre quello orientale raggiunge solo 1.232 metri. Le due vette più alte sono ben visibili in Brianza ed hanno l'aspetto di due grandi "corni".
Obiettivi specifici: conoscere un ambiente naturale
Attività: escursione
Durata: un giorno
Rogolone e Rogolino sono due esemplari monumentali di quercia, e sono noti anche con gli appellativi dialettali Rugulon e Rugulin. Situati nel comune di Grandola ed Uniti, a 450 m di quota. Il Rogolone, in particolare, è un rovere secolare dalle dimensioni eccezionali: 8 m di circonferenza e 25 m di altezza che lo rendono la quercia più grande del nord Italia e una delle più maestose d’Europa. L’albero, di proprietà dell’associazione Italia Nostra, è tutelato in quanto Monumento Nazionale dal 18 dicembre 1928. La tradizione legava la grande quercia al luogo dove gli anziani dei paesi vicini si erano radunati per segnare i confini tra i territori, nell’anno 1530; secondo altre interpretazioni i due alberi sarebbero stati il punto di riferimento di una località dove, nei tempi remoti, veniva celebrata una festa pagana in onore della primavera accompagnata da rituali magico-religiosi.
Obiettivi specifici: conoscere un albero monumentale
Attività: escursione
Durata: un giorno
L’ Alpe Camaggiore è un piccolo alpeggio a picco sul lago, nel territorio di Vendrogno. Famosa per il panorama stupendo che si gode da questi luoghi su Bellano e Dervio. Un cartello in legno annuncia l’arrivo a Camaggiore” La Perla della Muggiasca” e si scorge l’agglomerato delle baite dell’alpeggio. Ancora pochi passi e si arriva in un altro luogo molto fotografato,” Il cantun della breva “, un angolo nel quale il vento del lago soffia così forte da aver piegato una betulla.
Obiettivi specifici: conoscere le prealpi sul lago
Attività: escursione
Durata: un giorno
Con questa denominazione i geologi indicano un preciso fenomeno, ma è stata usata per anche per individuare tutta l’area della riserva naturale posta a Nord dell’abitato di Chiavenna. Tutta la zona circostante è interessata da manifestazioni geomorfologiche di origine glaciale, derivate dall’azione modellatrice dell’enorme colata di ghiaccio che scendeva lungo la Valchiavenna durante l’ultima glaciazione.
Obiettivi specifici: conoscere e comprendere un fenomeno naturale
Attività: escursioni nel parco
Durata: un giorno
Monte Piatto, piccolo insediamento di case sparpagliate, è una località montana del Comune di Torno sul versante occidentale delle Prealpi del Triangolo Lariano. Circa a metà del percorso si incontra la “Roccia di s. Carlo Borromeo” che secondo la leggenda il santo utilizzò per spiccare il volo insieme alle monache dell’antico convento di Monte Piatto che aveva salvato dalla peste nel 1598, e giungere così nel più breve tempo possibile al Sacro Monte di Varese.
Obiettivi specifici: conoscere un antico borgo
Attività: escursioni da Torno a Monte Piatto
Durata: un giorno
La Val Codéra è una delle più suggestive ed amate in provincia di Sondrio, in quanto ancora preservata dall’accesso degli autoveicoli per la mancanza di una strada carrozzabile. Una leggenda narra che Dio, dopo aver fatto il mondo, si ritrovò con un mucchio di pietre avanzate: le sparse un po' alla rinfusa, e queste pietre crearono la valle, il cui nome, infatti, deriva da "cotaria" e quindi da "cote", cioè masso. Questa ed una serie di altre leggende legate alla Val Codera la cui asprezza, non priva di angoli sorridenti e gentili, è un elemento essenziale del suo fascino. Valle unica, nell'intero arco alpino, almeno per un aspetto: se abbiamo modo di risalirla interamente, fino al cospetto del suo circo terminale, potremo, da escursionisti, riposare in uno scenario che dista almeno otto ore di cammino dalla più vicina automobile. Il che regala uno straordinario sentimento di sospensione di tutto quanto ci può ricondurre alla civiltà, o meglio, alla sua forma presente. Valle per escursionisti dal palato fine.
Obiettivi specifici: conoscere la zona dal punto di vista naturalistico
Attività: escursione a piedi
Durata: da un giorno in su
Il Parco regionale Campo dei Fiori domina la zona collinare varesina e la Pianura padana ed è delimitato a nord ovest dalla Valcuvia, a est dalla Valganna ed a sud dalla città di Varese. Comprende due importanti massicci, il Campo dei Fiori e la Martica, separati dalla Valle della Rasa, da dove nasce l’Olona. La particolare collocazione geografica e le caratteristiche geologiche hanno favorito l'instaurarsi di una vegetazione molto varia, con boschi di castagni e faggi, aree di flora rupicola e aree umide, ricche di presenze faunistiche. Rilevanti le presenze storico-architettoniche, quali il complesso del Sacro Monte (Patrimonio Unesco), il Grande Albergo, le ville Liberty, la Badia di Ganna e la Rocca di Orino.
Obiettivi specifici: conoscere la zona dal punto di vista naturalistico
Attività: a piedi sui sentieri del Parco
Durata: un giorno
Probabilmente la montagna più celebre del lecchese, per ragioni anche letterarie, il Resegone raggiunge i 1875 metri di altitudine con la sua vetta principale (la Cermenati). Il suo inconfondibile profilo è ben riconoscibile da molto lontano, fin oltre Milano e Como. Dalla cima si gode un bellissimo panorama sulle Grigne, i laghi della Brianza e la pianura: a ovest la vista si spinge fino al Monte Bianco, al Rosa, al Cervino e alle Alpi piemontesi. Detto anche Monte Serrada, il Resegone deve il suo nome principale alla forma. Se osservate soprattutto dalla Brianza, le sue nove punte principali ricordano infatti la lama di una grande sega (che, in dialetto lombardo, può essere definita resegón). L’intero massiccio è geologicamente costituito principalmente da dolomia risalente al Triassico.
Obiettivi specifici: conoscere la zona dal punto di vista naturalistico
Attività: escursione a piedi
Durata: da un giorno
in su
Il Parco Adamello, situato nel cuore delle Alpi Retiche, si estende per 510 Kmq sul versante sinistro orografico della Valle Camonica, nella porzione nord-orientale della Provincia di Brescia. Sui numerosi sentieri attrezzati che attraversano il Parco (tra cui il ben noto Sentiero n° 1) il paesaggio alto alpino si mostra in tutta la sua spettacolarità. Numerosi e altrettanto suggestivi sono pure gli itinerari per escursioni meno impegnative a piedi, cavallo o mountain-bike, all'interno delle più belle vallate dell'area protetta. L'ambiente naturale del Parco Adamello si distingue per l'eccezionale ricchezza floristica e vegetazionale, con una sensibile presenza di specie rare ed endemiche oltre che per la fauna, tipicamente alpina (caprioli, cervi, camosci, stambecchi, ecc.).
Obiettivi specifici: conoscere e comprendere l’ambiente montano in tutte le sue espressioni
Attività: escursioni sui sentieri del parco
Durata: da un giorno in su
Il Parco, con le rocce strapiombanti nel lago, i terrazzamenti, i sentieri e le strade che si srotolano fra valli, montagne, boschi e paesi dell'entroterra e della riviera è tra gli ambienti più incantevoli che la natura ha voluto regalarci. Il suo valore deriva dalla posizione geografica, dalla struttura geologica e dalla presenza del lago che influenza il clima, la flora e la fauna che hanno caratteristiche proprie ed uniche.
Obiettivi specifici: conoscere e comprendere l’ambiente montano in tutte le sue espressioni
Attività: escursioni sui sentieri del parco
Durata: da un giorno in su
Obiettivi specifici: conoscere e comprendere l’ambiente montano in tutte le sue espressioni
Attività: escursioni, osservazioni naturalistiche e lettura del paesaggio
Durata: da un giorno in su
Il Parco dei Colli di Bergamo comprende una vasta superficie nei comuni di Almé, Bergamo, Mozzo, Paladina, Ponteranica, Ranica, Sorisole, Torre Boldone, Valbrembo, Villa d'Almé. Il Parco si estende su un'area di circa 4.700 ettari, situata tra i 244 ed i 1146 m. d'altitudine. Istituito nel 1977 per rispondere all'esigenza di salvaguardare e valorizzare un equilibrio tra la natura e la presenza umana è il terzo parco regionale dopo quelli del Ticino e delle Groane. L'area racchiusa nel perimetro del Parco dei Colli presenta realtà molto diverse tra loro, che vanno dalla collina in senso stretto ad ambiti montani. Si tratta di un territorio dalle caratteristiche fisiche e morfologiche piuttosto eterogenee, che racchiude bellezze sia naturali sia architettoniche di grande pregio, quali ad esempio la Riserva del Giongo o il nucleo storico di Città Alta.
Obiettivi specifici: conoscere e comprendere l’ambiente montano in tutte le sue espressioni
Attività: escursioni sui sentieri del parco
Durata: da un giorno in su
Comprende il versante bergamasco della catena orobica, caratterizzato da rilievi tra i 2000 e i 3000 metri di altitudine e da profonde incisioni vallive che alimentano i principali fiumi bergamaschi. I boschi rappresentano, per estensione e ricchezza, uno degli aspetti più pregiati del parco e comprendono, lungo le diverse fasce altitudinali, le faggete, i boschi di abete rosso e bianco, i lariceti, le praterie e i pascoli d'alta quota, fino alla zona rupicola e nivale. Notevole la presenza della caratteristica fauna alpina, anche con specie di particolare pregio, come la pernice bianca e l'aquila reale. Di recente reintroduzione lo stambecco.
Obiettivi specifici: conoscere e comprendere l’ambiente montano in tutte le sue espressioni
Attività: escursioni sui sentieri del parco
Durata: da un giorno in su
La Greenway del Lago si snoda attraverso i comuni di Colonno, Sala Comacina, Ossuccio, Lenno, Mezzegra, Tremezzo e Griante. Lungo la greenway si possono così scoprire le diverse anime di questo territorio: i borghi storici, gli scorci rurali, i paesaggi di lago, gli edifici e i giardini di pregio.
Obiettivi specifici: conoscere la vita lungo il lago
Attività: escursioni
Durata: un
giorno
La zona nella primavera degli anni ‘30 e ‘60 era particolarmente frequentato per le “narcisate”, ossia le raccolte dei narcisi, che un tempo rendevano bianchi i prati. Oggi, purtroppo, la raccolta indiscriminata ne ha notevolmente ridotto il numero.
Obiettivi specifici: conoscere un territorio
Attività: escursioni nel tratto da Brunate a Bellagio
Durata: da
un giorno in su
Lungo i sentieri che furono del contrabbando passano oggi molti percorsi turistici in particolare sulla propaggine Sud delle Alpi Lepontine che fanno da confine fra l'Alto Lario Occidentale e i Cantoni svizzeri del Ticino e dei Grigioni. Tante storie e tanti episodi di fughe e inseguimenti. Vicende umane che attraversano tutta la storia d'Italia.
Obiettivi specifici: conoscere contesto socio-economico ormai dimenticato
Attività: escursioni sui sentieri di confine
Durata: da un giorno in su
Il Rifugio Menaggio è situato sulle falde del Monte Grona. Fu costruito sulle rovine di una precedente costruzione, la mason del Fedee (stalla del Fedele). Dalla cima della Grona si ammira uno dei migliori panorami delle Prealpi; oltre ai tre laghi (Como, Lugano e Piano), si possono scorgere le più alte montagne dell’arco alpino.
Obiettivi specifici: conoscere le Prealpi del lago
Attività: escursione sino al Rifugio
Durata: da un giorno in su
I boschi ricoprono la maggior parte del territorio del Parco. Il complesso boscato Valle del Curone - Valle Santa Croce - Viganò, rappresenta l'ultima superficie forestale di considerevoli dimensioni in continuità con le formazioni boscate dei rilievi prealpini. Questa continuità è infatti interrotta, verso nord, solo da percorsi stradali ed insediamenti di modeste dimensioni, tali comunque da non impedire il collegamento fra le cenosi forestali. Nelle zone più alte ed assolate troviamo boschi quasi puri di rovere e roverella, in associazione con carpino nero e orniello. Scendendo verso valle si trovano boschi di farnia e carpino bianco, cui spesso si associa il ciliegio selvatico. Nella zona settentrionale si osservano estesi castagneti. Nelle zone pianeggianti meridionali e nei boschi più degradati della collina domina incontrastata la robinia, specie di origine nord-americana.
Obiettivi specifici:
conoscere un territorio a due passi dalla città
Attività: escursione
Durata: un
giorno
La località alpestre di San Tomaso sorge su un
terrazzo naturale (il vecchio "pascolo dei caprai"). Dalla Chiesetta
si può apprezzare un panorama che, partendo da sinistra, abbraccia la Grignetta,
il San Martino, il Due Mani, il Resegone, il Lago di
Garlate, il corso dell’Adda, i laghi di Annone e Pusiano e le
colline della Bassa Brianza.
Obiettivi specifici: conoscere un territorio a
due passi dalla città
Attività: escursione da Valmadrera a
San Tomaso
Durata: un giorno
Il Sentiero del viandante, è una “antica strada” lungo la sponda del lago di Como. Il periodo in cui fu più usata, è il Medioevo come itinerario che da Milano risaliva verso le Alpi, transitando a mezza costa sui monti e toccando gli abitati più lontani dalla sponda del lago.
Obiettivi specifici: conoscere un’antica via di comunicazione
Attività: escursioni lungo il lago
Durata: da un giorno in su
La Via dei Monti Lariani è un percorso costituito in gran parte da sentieri e mulattiere che fiancheggia il lato occidentale del lago di Como partendo da Cernobbio e terminando nei pressi di Sorico.
Obiettivi specifici: conoscere un’antica via di comunicazione
Attività: escursione su tratti lungo l’alta via
Durata: da un giorno in su
Il lago di Como è il terzo lago italiano per estensione, dopo il lago di Garda e il lago Maggiore, ed è il più profondo (410 metri). Il lago dalla caratteristica forma ad Y rovesciata, si snoda in tre rami: di Como a sud ovest, di Lecco a sud est e di Colico a nord. Dalle sue sponde si godono molteplici e affascinanti vedute: suggestivi borghi, splendide ville e rigogliosi giardini. Il lago è stato meta di villeggiatura della nobiltà lombarda già a partire dal XVI secolo; a Como si trova il Museo didattico della Seta in cui è possibile ripercorrere le testimonianze della tradizione produttiva tessile comasca.
Obiettivi specifici: conoscere i principali aspetti storico-artistici-naturalistici
Attività: itinerari lungo le sponde del lago
Durata: da un giorno in su
Il Lago di Iseo, incastonato tra le province di Bergamo e Brescia, è una gemma di rara bellezza. Sulle sue rive sorgono antichi borghi, come quello di Pisogne, splendide piazze come quella del Porto a Lovere, e cittadine pittoresche come Riva di Solto. Sul Lago d'Iseo natura e arte si fondono in maniera armonica. Un connubio che è diventato ancora più tangibile dal 18 giugno al 3 luglio 2016, quando la superficie del lago è stata la tela naturale sulla quale l'artista bulgaro Christo ha esibito al mondo intero la sua nuova installazione temporanea: The Floating Piers, una passerella galleggiante che ha consentito di camminare sulle acque del lago, ammirata anche dalle località circostanti.
Obiettivi specifici: conoscere i principali aspetti storico-artistici-naturalistici
Attività: itinerari lungo le sponde del lago
Durata: da un giorno in su
L'origine del Lago Maggiore è in parte glaciale, ma è accertato che l'escavazione glaciale è avvenuta su una preesistente valle fluviale, il profilo del lago ha infatti la tipica forma a V delle valli fluviali. Come materiale da costruzione è stato molto utilizzato in passato il granito rosa di Baveno. Sono peraltro conosciuti gli usi costruttivi antichi della pietra d'Angera, mentre le cave di calcare di Caldè fornirono per lunghissimi secoli la materia prima per la calce con cui vennero innalzati edifici di Lombardia e Piemonte, complice la facilità di trasporto tramite barca, prima sul lago, indi sui navigli milanesi.
Obiettivi specifici: conoscere i principali aspetti storico-artistici-naturalistici
Attività: itinerari lungo le sponde del lago
Durata: da un giorno in su
Montisola è la perla del lago d’Iseo, una montagna in un’isola… Inevitabilmente chi arriva a Montisola vorrebbe non lasciarla più, perché magicamente ed inesorabilmente si è irretiti dai borghi dei pescatori che il tempo ha gelosamente custodito.
Obiettivi specifici: conoscere e comprendere un ambiente lacustre
Attività: periplo dell’isola
Durata: un giorno
Uno degli spettacoli naturali più singolari del territorio è costituito dalle Piramidi di terra che si trovano in località Cislano di Zone. La Riserva, istituita nel 1984, prende il nome dalla particolare forma che il deposito morenico di sabbia, massi e ciottoli ha acquisito nel corso dei secoli, trasformandosi in lingue di roccia alte fino a 30 metri, con massi di grandi dimensioni adagiati sulla loro sommità, a fungere da scudi protettivi. Ad accrescere questa azione protettiva, è presente attorno alla piramide di terra una pellicola costituita da argilla insolubile, che viene trasportata dall’acqua lungo i fianchi della struttura. Il processo di erosione, prodotto dagli agenti atmosferici, è continuo e visibile nel giro di alcune decine di anni.
Obiettivi specifici: conoscere e comprendere un ambiente particolare
Attività: escursione
Durata: un giorno
Chi percorre i sentieri del Monte Barro può notare l’elevata biodiversità degli ambienti presenti, dal bosco submediterraneo alle faggete, dalle praterie magre alle rupi e alle sorgenti calcaree e sicuramente rimane incantato di fronte alle molteplici specie floristiche presenti. Il Monte Barro, infatti, è l’area protetta lombarda con maggior diversità floristica (in 665 ettari sono state censite circa 1200 piante.
Obiettivi specifici: conoscere i principali aspetti storico-artistici-naturalistici
Attività: escursione
Durata: un giorno
La Via del Sale “lombarda”, considerando in particolare il territorio dell’Oltrepò pavese, si addentrava nella Valle Staffora all’altezza di Voghera e raggiungeva l’abitato di Varzi. Di qui in poi i sentieri e le mulattiere portavano verso Sud e, attraversando il Monte Bogleglio e il Monte Chiappo, giungevano prima al Monte Antola e poi a Torriglia. Da questo centro, punto di raccordo delle Vie del Sale emiliane, lombarde e piemontesi, il cammino continuava facilmente fino a Genova. A partire dal Medioevo sino al XIV secolo il territorio appenninico pavese fu interessato dalle potenti famiglie feudatarie, prime fra tutte quella dei Malaspina; questi Signori, in accordo con la città di Pavia, intensificarono gli scambi commerciali, garantirono il flusso delle merci e imposero un sistema di tasse e di gabelle per il passaggio lungo in loro territorio: le tasse venivano richieste ai viandanti in cambio di sicurezza e di protezione. Proprio con l’apertura ufficiale di questa via verso il mare, Varzi diventò centro commerciale di grande rilevanza: da piccolo centro abitato divenne paese di grande importanza, arricchito di nuove costruzioni, dotato di castello e cinto da mura per offrire un sicuro albergo ai commercianti.
Obiettivi specifici: conoscere il territorio dal punto di vista naturale ed antropico
Attività: escursioni, osservazione del paesaggio
Alloggio: albergo/rifugio
Durata: da tre giorni in su