Un riconoscimento ad una parte di Alpi che non premia il fascino di panorami mozzafiato con architetture naturali, ma un diverso tipo di risorsa, meno evidente e calato tra i boschi e le rocce della Valle Camonica. Le incisioni rupestri dell’area di Capo di Ponte sono senza dubbio una delle più eclatanti testimonianze dell’insediamento umano nell’ambiente dell’arco alpino e una delle più estese e preziose ricchezze archeologiche del nostro Paese. Decorazioni e testimonianze lasciate dal popolo degli Antichi Camuni, sotto forma di rocce levigate dai ghiacciai a cui l’uomo ha sovrapposto la propria opera, descrivendo, tracciando, raccontando la vita, la morte, la caccia, i riti del villaggio.
Obiettivi specifici: conoscere una storia “antica”
Attività: escursione
Durata: un giorno
La presenza di chiese, conventi, monasteri, abbazie, antiche cappelle, fanno del Lago di Como un territorio ricco di storia, arte e spiritualità. Gli edifici romanici, inseriti in un ambiente suggestivo testimoniano la capacità dell'uomo medievale di esprimere una piena armonia tra architettura e natura, creando luoghi di grande bellezza. Lungo la riva lecchese del Lago si incontrano la Chiesetta di S. Giorgio a Mandello del Lario, posta su uno sperone roccioso a picco sul lago, la superba Abbazia di S. Nicolò a Piona, il cui antico nucleo risale all’età longobarda…
Obiettivi specifici: conoscere l’importanza delle abbazie nella storia
Attività: visita ai vari monumenti del Romanico
Durata: un giorno
L’itinerario dal Mincio al Po, sulle tracce del Romanico, può iniziare idealmente da quella porzione di territorio che porta verso l’Emilia. Su tali terre operarono attivamente i Canossa, dominatori dei valichi appenninici, a capo di un potente sistema di castelli quando, nell’XI secolo, cercavano di controllare il fondamentale passaggio del Po nelle zone di transito più agevoli del mantovano. In tale contesto Mantova, intorno al 1012, fu fulcro dei loro domini.
Obiettivi specifici: conoscere il romanico nel Mantovano
Attività: …Gonzaga, Bondanazzo, Pegognaga, San Benedetto Po, Polirone, Quistello, Coriano, Felonica
Durata: da un giorno in su
Nei suoi oltre vent’anni “da milanese” Leonardo lavorò e studiò non solo a Milano, ma anche a Vigevano e Pavia, lungo il corso dell’Adda e della Martesana, sul Naviglio Grande e nelle valli lombarde. Il suo interesse per i Navigli, che utilizzava spesso per i propri spostamenti, è testimoniato da molti studi e disegni.
Il percorso dei Navigli…Naviglio Grande, Naviglio Pavese, Naviglio della Martesana
Leonardo a Milano… Darsena, Cenacolo, Museo Scienza e Tecnica, la Vigna di Leonardo, Castello Sforzesco
Obiettivi specifici: conoscere la storia e le opere di Leonardo
Attività: itinerario tra luoghi leonardeschi
Durata: da un giorno in su
Castelseprio comprende una zona fortificata, estesa a valle fino a Torba, ed un borgo extra-murario. Al "castrum", cinto da mura in epoca gota, si accedeva attraverso un ponte. All'interno delle difese spicca il complesso paleocristiano di S. Giovanni, composto da basilica e battistero, cui si accosta una cisterna con pozzo. Il campanile venne ricavato da una delle tre torri d'avvistamento tardoantiche. Nei pressi sorge la chiesa romanica di S. Paolo. Tra gli edifici residenziali vi sono case private, di varia epoca, e le dimore occupate dai canonici fino al XVI sec. Nel borgo sorge l'oratorio di Santa Maria "foris portas"; eretto tra VII e IX sec., conserva una straordinaria decorazione ad affresco che narra le vicende di Maria e dell'infanzia di Cristo secondo la tradizione dei vangeli apocrifi.
Obiettivi specifici: conoscere
un pezzo di storia monastica
Attività: visita ai luoghi
Durata: un giorno
Il giro coinvolge il maniero di Malpaga, il borgo di Martinengo e di Romano di Lombardia. Bartolomeo, figlio di Paolo di Guidotto e di Riccadonna de' Valvassori da Medolago, nacque nel castello di Solza (Bergamo) probabilmente nel 1400. La sua famiglia apparteneva alla piccola nobiltà bergamasca e comincia ad essere documentata dall'inizio del sec. XII. Secondo alcuni biografi nello stemma dei Colleoni apparivano teste di leone e da questo segno sarebbe derivato il cognome: successivamente il C. avrebbe sostituito le teste leonine con il triplice segno dei testicoli…
Obiettivi specifici: conoscere un pezzo di storia
Attività: tour dei castelli
Durata: un giorno
Como ancora oggi è conosciuta come la città della Seta e una visita al MUSEO DIDATTICO DELLA SETA è d’obbligo oltre che per conoscere la storia sociale ed economica di Como legata a doppio filo a questo importante settore dell’economia anche per l’aspetto ludico didattico. Infatti il museo realizzato vicino alla scuola presenta l’intera filiera della seta dalla nascita del baco alla produzione del bozzolo, dalla trattura alla filatura, torcitura e tessitura del prodotto serico. Uno spazio di grande rilevanza è occupato da quello della storia dei macchinari dal laboratorio chimico per la preparazione dei colori e dei vari processi di stampa e disegno.
Obiettivi specifici: conoscere una lavorazione antica
Attività: visita a Antica Filanda e a Museo della Seta
Durata: un giorno
Crespi è il nome della famiglia di industriali cotonieri lombardi che a fine Ottocento realizzò un moderno "Villaggio ideale del lavoro" accanto al proprio opificio tessile, lungo la riva bergamasca del fiume Adda. Il Villaggio Crespi d'Adda è una vera e propria cittadina completa costruita dal nulla dal padrone della fabbrica per i suoi dipendenti e le loro famiglie. Ai lavoratori venivano messi a disposizione una casa con orto e giardino e tutti i servizi necessari. In questo piccolo mondo perfetto il padrone "regnava" dal suo castello e provvedeva come un padre a tutti i bisogni dei dipendenti: dentro e fuori la fabbrica e "dalla culla alla tomba", anticipando le tutele dello Stato stesso.
Obiettivi specifici: conoscere un pezzo di storia industriale
Attività: visita a Crespi
Durata: un giorno
L’origine del violino infatti è da imputare alla città di Cremona più di quattrocento anni or sono quando, dalle mani di artigiani esperti in seguito a ricerche empiriche secolari, ebbero origine i primi esemplari (i cosiddetti protoviolini). Essi erano probabilmente soltanto un’evoluzione di strumenti ad arco preesistenti ed erano costruiti in “famiglie” comprendenti tre taglie diverse di strumenti, approssimativamente corrispondenti alle tessiture di soprano, contralto o tenore, e basso. La forma del violino non era quella attuale: deriva infatti da strumenti antichi come il rebab introdotto in Europa dai Mori nell’ottavo secolo. Partendo da questi strumenti primitivi, si svilupparono il ribeca, la giga e poi la viola da braccio.
Obiettivi specifici: conoscere la storia della nascita del violino
Attività: itinerario tra Brescia e Cremona, visita a Musei e Liuterie
Alloggio: albergo
Durata: da un giorno in su
Un accostamento di stili che trova equilibrio nelle bellezze dei marmi, delle pitture e delle decorazioni che Gian Galeazzo Visconti fece innalzare a Pavia nel 1396. Per molti anni, anche quando ai Visconti succedettero gli Sforza, nella fabbrica della Certosa di Pavia, fervettero tra pozze di calce, cataste di legna e cumuli di porfidi, serizzi e marmi provenienti da Candoglia e da Carrara. Sul candore marmoreo della facciata, screziata di rosa e verde antico, schiere di scultori e architetti hanno disegnato una preziosa pagina miniata di profili di angeli e monarchi, di formelle traboccanti di plastiche figure, di statue di santi, patriarchi e profeti. Protetta com’era da una fitta muraglia boscosa, la Certosa appariva al pellegrino all’improvviso, inondata d’oro dal sole o ovattata da una poetica coltre di nebbia, come una città incantata con la sua selva di guglie, pinnacoli, torrette e camini fumanti sui tetti appuntiti.
Obiettivi specifici: conoscere la storia della Certosa
Attività: visita guidata alla Certosa
Durata: un giorno
Il castello ha pianta allungata con corte rettangolare, torri e rivellino. Il lato est si innalza sulla scarpata della valle dell'Adda ed è chiusa agli estremi dalle due torri superstiti. Il lato sud presenta al centro il rivellino separato dal corpo principale da un fossato. Tutte le murature presentano riseghe e cornici in cotto. Il cortile interno è porticato con archi a sesto acuto, alcuni dei quali tamponati. Il fronte nord è stato per un breve tratto demolito. Fronti in muratura stilata delimitate da torri agli angoli e torre in corrispondenza dell'ingresso.
Obiettivi specifici: conoscere la storia della Certosa
Attività: visita guidata alla Certosa
Durata: un giorno
C’era una volta un castello, bellissimo e austero, intorno
al quale nacque un borgo rurale… Correva l’anno 1391 nella bassa più bassa
della Bassa bresciana. Siamo a Padernello . Dopo le prime fortificazioni
il maniero, che fu della nobile casata dei Martinengo fino al 1834, fu portato
a compimento. Nel Settecento venne trasformato in villa signorile e assunse la
forma che ammiriamo oggi, dal 1861 con la famiglia Salvadego Molin Ugoni, Nel
1965 il Castello fu abbandonato dell’ultimo suo abitante, il Conte Filippo
Molin Ugoni Salvadego. Il Castello venne ricoperto di rovi, esposto al saccheggio
e all'incuria umana, nonostante nel 1912 fosse stato definito di alto pregio architettonico
e di interesse nazionale da parte del Ministero della pubblica istruzione.
Tutti si dimenticarono del Castello, ad eccezione di un manipolo di visionari –
gli Amici del Castello – che negli anni Ottanta restaurarono l’antica posteria
– negozio di alimentari, ora divenuta un'osteria – l'Aquila Rossa, simbolo
imperiale dei Martinengo, con l'intento di salvare il maniero e valorizzare il
borgo di Padernello.
Obiettivi specifici: conoscere la storia del castello
Attività: visita al castello
Durata: un giorno
Senza voler risalire alle idee fondamentali che sono alla base della storia e della politica europea di quel tempo, si può affermare che la campagna di Crimea, il trattato di Parigi e la politica di Camillo di Cavour, nonché gli errori del Governo di Vienna, portarono nella primavera del 1859 Napoleone III con la sua Armata d’Italia a combattere in Piemonte e nella Lombardia, accanto all’armata del Re di Sardegna Vittorio Emanuele II, la seconda guerra d’Indipendenza italiana, contro la 1a e 2a Armata austriache al comando dell’Imperatore Francesco Giuseppe…
Obiettivi specifici: conoscere la storia del risorgimento
Attività: visita ai luoghi delle battaglie e a Musei
Durata: un giorno
La parte più antica del Castello, nato come fortezza su di un’altura, è la grande Torre, dalla quale si controllava un lungo tratto del Po. Si ritiene che essa fu fatta costruire da Re Liutprando intorno al 740 d.C., allorché Pavia era capitale dei Longobardi, con lo scopo di servire da fortezza di difesa e di presidio sul Po e sulla “Via di Monte Bardone”, successivamente denominata via Francigena – Romea che collegava il Nord Europa con Roma. Re Berengario nel 910 d.C. fece dono della Rocca ai monaci benedettini dell’Abbazia di Santa Cristina, che era situata a pochi chilometri di distanza, diventandone parte integrante della stessa. Nel 990 l’Arcivescovo di Canterbury, Sigerico, transitando lungo la Via Francigena al suo ritorno da Roma per Canterbury, indica l’Abbazia di Santa Cristina, col suo Castello, come la XL tappa (mansione). Davanti al fortilizio, verso settentrione, sorge il Borgo (Ricetto), che fu interamente riedificato nel 1600.
Obiettivi specifici: conoscere la storia di un borgo
Attività: visita al borgo
Durata: un giorno
Il Vittoriale degli Italiani, noto anche come “Vittoriale”, è un complesso monumentale eretto per volontà di Gabriele d’Annunzio a partire dal 1921. Il celebre poeta, giornalista, militare e patriota abruzzese, dopo aver soggiornato a Gardone Riviera ed essersi innamorato del panorama del lago di Garda, decise di acquistare la proprietà su cui oggi sorge il Vittoriale e di farne un regno di memoria della propria vita eccezionale e del popolo italiano durante la Prima Guerra Mondiale. I lavori furono affidati all’architetto Giancarlo Maroni, amico del sommo poeta.
Obiettivi specifici: conoscere la storia antica e moderna
Attività: visita a Grotte di Catullo a Sirmione, navigazione sul lago, visita al Vittoriale
Durata: un giorno
La Priula è la più nota e celebrata antica strada della Valle Brembana. Voluta sul finire del 500 dall’allora podestà di Bergamo Alvise Priuli, da cui ha preso il nome, collegava Bergamo alla Valtellina, e dunque ai Grigioni e al centro Europa, attraverso il “Passo della Montagna di Averara”, ovvero il valico che nei secoli successivi, in ossequio al dominio veneziano sarà indicato come Passo San Marco.
Obiettivi specifici: conoscere un’antica via di comunicazione
Attività: escursione
Durata: un giorno
Una delle più belle valli della provincia di Como è la Val d'Intelvi, che mette in comunicazione la conca del lago di Como con il lago di Lugano. La zona e verdissima: le cime sono coperte di fitti boschi, mentre sui pendii delle montagne sono ben evidenti i terrazzamenti realizzati dall'uomo. La Valle comprende anche interessanti opere di fortificazione realizzate durante la Grande Guerra, nell’ambito della “Linea Cadorna”. Le trincee, i camminamenti, le postazioni per artiglieria costruite tutte in pietra testimoniano un doloroso periodo storico.
Obiettivi specifici: conoscere la Linea Cadorna
Attività: escursione
Durata: un giorno
L’antica Via Regina è la spina dorsale di un sistema territoriale che ha radici antiche. Una fitta e antichissima rete di legami storici, geografici e culturali con il mondo transalpino che segnò profondamente la fisionomia delle terre del Lario, un territorio proteso verso l’Europa fin dall’epoca romana; vie d’acqua e di terra, della cui storia poco sappiamo e molto possiamo scoprire.
Obiettivi specifici: conoscere una antica strada
Attività: escursione
Durata: un giorno
Nel corso del primo conflitto mondiale, l'estremità occidentale del fronte italo-austriaco attraversava i due gruppi montuosi dell'Ortles-Cevedale e dell'Adamello-Presanella. Allo scoppio delle ostilità i comandi militari Italiani ed Austriaci non erano preparati ad affrontare le problematiche di una guerra di alta montagna ad oltre 3.000 metri di quota e ben presto si resero conto che la guerra lassù era totalmente diversa rispetto alle altre zone del fronte. Secondo le strategie dell'epoca solo il possesso delle cime poteva garantire il controllo delle valli e la difesa doveva essere organizzata su più linee successive da abbandonare una ad una a seguito di un eventuale sfondamento avversario della prima linea. Questi due principi portarono a sanguinosi quanto inutili attacchi a cime rivelatesi in seguito non adeguatamente difendibili, nonché alla realizzazione contemporanea di tre o quattro linee difensive, togliendo energie per la formazione di una prima linea forte e disperdendo i reparti in estenuanti lavori dal valore tattico piuttosto scarso. Il Passo del Tonale fu da subito considerato il punto strategico dell'intero settore: per questo motivo tutte le azioni, sia da parte italiana sia da parte austriaca, ebbero come obiettivo, diretto o indiretto, il possesso ed il superamento dell'importante valico.
Obiettivi specifici: conoscere la storia della Grande Guerra
Attività: visita ai luoghi delle battaglie e a Musei
Durata: da un giorno in su