La città è legata a molte storie e leggende che riguardano la magia. All’epoca della fondazione da parte dei romani, la città era divisa in una zona est, quella dove sorge il sole e che indicava il lato benigno del territorio, ed una zona ovest, quella dove tramonta il sole e nascono le tenebre. Nella zona ovest venivano sepolti i morti e crocifissi i condannati. Queste tradizioni si sono tramandate e moltiplicate nel corso dei secoli e ad esse, se ne sono aggiunte tante altre. Tutto questo ha contribuito alla fama della cosiddetta “Torino Magica”, una città dove si concentrano le forze del bene e del male. Gli esperti di esoterismo hanno dunque identificato in Torino uno dei vertici del triangolo della magia nera, insieme con le città di Londra e San Francisco e della magia bianca, con Praga e Lione, del mondo.
Obiettivi specifici: conoscere i vari aspetti della città…
Attività: escursioni in città… Piazza Castello, le Grotte Alchemiche… Antiche Farmacie, il Balsamo di Gerusalemme, la Theriaca… Piazza Statuto…la Porta dell’Inferno...Piazza Solferino…la Porta dell’Infinito
Durata: da un giorno in su
La lunga storia d’amore di Torino con il cioccolato inizia nel 1560 quando, per festeggiare il trasferimento della capitale ducale da Chambéry a Torino, Emanuele Filiberto di Savoia servì simbolicamente alla città una fumante tazza di cioccolata. È qui che nel Settecento nasce il Bicerin, bevanda calda a base di caffè, cacao, crema di latte. Anche attraverso il cioccolato, Torino ha saputo esprimere il suo gusto per l’innovazione, tanto che all’inizio dell’Ottocento viene sperimentata una nuova apparecchiatura: impastando cacao, vaniglia, acqua e zucchero permetteva di trasformare la cioccolata in solide tavolette e dar vita ai cioccolatini, in ogni declinazione, dai bombon alle praline, dai tartufi ai cremini. Nel 1865 il Gianduiotto, nato da Michele Prochet che unì il cacao alla nocciola delle Langhe, la “Tonda Gentile”, fu il primo cioccolatino ad essere incartato. I gianduiotti furono immessi per la prima volta sul mercato in occasione del Carnevale, ragion per cui il celebre cioccolatino, uno dei simboli torinesi, porta il nome della mitica maschera torinese, il rubicondo Gianduja.
Obiettivi specifici: conoscere i vari aspetti della città…
Attività: escursioni in città… Piazza San Carlo, la spesa di Cavour…Piazza Carignano, il Pinguino... Piazza Castello… “Io sono innamorato di tutte le signore che mangiano le paste nelle confetterie” … Gioann dla doja, di maschere e di cioccolato… Via Po, specialità zabaione
Durata: da un giorno in su
Riflessioni su Torino di alcuni famosi personaggi dell'800...
Alexandre Dumas (1802-1870) scrittore “Tra le belle e buone cose notate a Torino non dimenticherò mai il “bicerin” che si serve in tutti i caffè ad un prezzo relativamente basso”.
Giovanni Giolitti (1842-1928) cinque volte primo ministro “E’ una città come una signora, che è stata ragazza alquanto vivace, al punto da dare non poche preoccupazioni ai suoi, ma anche in età matura conserva un pizzico della civetteria di un tempo che non c’è più”.
Friedrich Nietszche (1844-1900) filosofo “Torino ha un’aria vibrante e asciutta, pulita, niente provinciale, tranquilla, molto vasta, ricca di viali bellissimi…Che dignitosa, severa città! E la sera il tramonto dai ponti del Po è cosa stupenda! Con i suoi caffè, teatri. Torino impressiona perché ci si sente fluire la vita… La Mole Antonelliana l’edificio più geniale che è stato forse costruito per un assoluto impulso verso l’alto, non ricorda nient’altro se non il mio Zarathustra…. Torino la più piacevole di gran lunga, la più pulita, la più spaziosa città italiana”.
Edmondo De Amicis (1846-1908) scrittore “... girando per Torino si prova piuttosto un desiderio di vita agiata, senza sfarzo, d’eleganza discreta, di piccoli comodi e di piccoli piaceri, accompagnati da un’operosità regolare, confortata da un capitale modesto, ma solido, come i pilastri dei suoi portici, che dia la sicurezza dell’avvenire...”
Obiettivi specifici: conoscere i vari aspetti della città…
Attività: escursioni in città… Corso Vittorio Emanuele II, il Re dei tetti… Piazza San Carlo, il Testa di Latta… Piazza Castello, il fantasma di Vittorio Amedeo e Pietro Micca…le Madame Reali, Margherita di Charny e il Lenzuolo… Via Po,” Che si dice al Fiorio?”
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La Gran Madre si trova sul Po ai piedi della collina torinese. Molti esperti di esoterismo la ritengono uno dei luoghi più importanti della magia bianca, in quanto le due statue all’entrata, rappresentanti la Fede e la Religione, mostrerebbero il luogo dove è sepolto il Sacro Graal, il calice da cui il figlio di Dio bevve durante l’ultima cena. Una delle due statue regge una coppa, che sarebbe appunto il sacro calice, mentre l’altra con lo sguardo rivolto lontano indicherebbe il cammino da seguire per ritrovarlo. Secondo uno studio condotto dal Politecnico di Torino, lo sguardo della statua va in direzione del Palazzo di Città dove sarebbe quindi sepolto il Graal.
Gli esperti di discipline esoteriche identificano in Piazza Castello un altro dei luoghi più importanti della magia bianca a Torino. E più precisamente identificano il punto in cui sorge la fontana dei Tritoni del Palazzo Reale, l’epicentro dell’energia positiva della città. Questo perché la zona dove sorge il palazzo segna il confine tra la città bianca e quella nera. In particolare il cancello del palazzo, con le due stature dei Dioscuri, indicherebbe questo confine che separa la zona est da quella ovest, la parte delle tenebre dove nell’antica Roma venivano sepolti i morti e crocifissi i condannati.
Sembra che alcuni dei reperti conservati nel Museo Egizio posseggano una carica positiva di grande forza (dall’altro lato però ci sarebbero anche alcuni oggetti carichi di energia negativa e malefica). Molti di questi reperti riguardano e raffigurano il Faraone Thutmosi III, maestro nelle discipline esoteriche che regnava in Egitto proprio quando la città venne fondata. Gli oggetti che riguardano Thutmosi III sarebbero carichi di energia positiva e benefica, mentre ad esempio quelli che riguardano il Faraone Tutankamon (di cui è esposto un solo reperto, gli altri sono conservati nei sotterranei del museo) e la testina mummificata del malefico Seth, fratello e assassino di Osiride, sarebbero carichi di energia negativa. Il Museo Egizio è dunque un enorme campo energetico di flussi maligni e benigni. A quanto si dice quelli con una carica positiva sarebbero in numero superiore (per fortuna!).
Uno dei simboli esoterici più conosciuti di Torino è la Fontana Angelica di Piazza Solferino, di ispirazione massonica. Nella fontana troviamo raffigurate due figure femminili che rappresentano allegoricamente la Primavera e l’Estate e due figure maschili, l’Autunno e l’Inverno. L’Inverno volge lo sguardo verso Est, dove sorge il sole, simbolo di energia positiva. L’acqua che viene versata dagli otri (che rappresentano i segni zodiacali dell’Acquario e dell’Ariete) rappresenta la conoscenza data agli uomini.
Il simbolo della città di Torino, l’opera più conosciuta dell’architetto Antonelli, la Mole Antonelliana è un altro dei simboli esoterici di magia bianca del capoluogo piemontese. Si tratterebbe, secondo gli esperti di esoterismo, di una enorme antenna che tende al cielo e che irradia l’energia positiva presa dal sottosuolo sulla città di Torino. Tra l’altro la statua della Fede che si trova davanti la Gran Madre ha lo sguardo rivolto verso l’edificio, che potrebbe dunque custodire il Sacro Graal.
Piazza Statuto, il cuore nero di Torino, si contrappone a Piazza Castello, il simbolo della luce e delle forze positive. La potenza negativa di questa piazza sarebbe da attribuire al fatto che in questo luogo sorgeva la Val Occisorum, il posto dove venivano uccisi i condannati a morte, come testimoniato dalla antica necropoli ritrovata nel sottosuolo durante gli scavi per la costruzione della ferrovia. Per gli esperti, l’Angelo che si trova sulla cima del monumento è Lucifero, che con il volto rivolto verso est guida le forze dell’oscurità che sfidano l’oriente, il sole, la luce. Oltre a questo monumento, si trova nella piazza anche l’obelisco geodetico, detto anche “Guglia Beccaria”, sulla cui sommità sorge un astrolabio che indicherebbe il cuore delle potenze maligne della città. Vicino piazza statuto, in Via Lessona, si trova inoltre la Domus Marozzo dove si dice Nostradamus alloggiò venuto a Torino per curare la sterilità di Margherita di Valois, moglie di Emanuele Filiberto. Proprio qui, il potente mago inciso su una lapide la scritta “Nostradamus ha alloggiato qui, dove c’è il Paradiso, l’Inferno e il Purgatorio. Io mi chiamo la Vittoria, chi mi onora avrà la gloria, chi mi disprezza avrà la rovina intera”.
Al palazzo e al suo portone (detto a sua volta Portone del Diavolo) sono legate numerose storie che riguardano strane sparizioni, omicidi e coincidenze numerologiche. Si dice che il portone sia stato messo lì dal Diavolo stesso, per rinchiudere uno stregone che aveva osato invocarlo inutilmente. Lo stregone non riuscì mai più ad uscire da quel palazzo. Il batacchio centrale del portone raffigura il diavolo, che scruta i visitatori che bussano alla porta.
Sembra che il museo custodisca numerosi oggetti dotati di cariche positive e negative, divenendo così un enorme campo energetico di forze della luce e delle tenebre. Tra gli oggetti a cui sono attribuite le cariche negative ci sono sicuramente quelli del Faraone Tutankamon (di cui è esposto un solo reperto, mentre gli altri sono conservati nei sotterranei) e la piccola testa mummificata del malefico Seth, fratello e assassino di Osiride, dio dei morti e dell’oltretomba.
Rimanendo in tema signore degli inferi, un altro luogo simbolo di magia nera si troverebbe in via Lascaris. Qui, dove oggi sorge una banca, c’era in passato una Loggia Massonica. Alla base di questo palazzo si trovano delle strane fessure a forma di occhi, che dovevano essere dei punti di sfiato e/o di illuminazione per i locali nel sottosuolo. Negli anni, a causa della loro strana forma, si è diffusa la credenza che si tratti degli occhi del diavolo e che questo sia un altro luogo fortemente intriso di cariche negative.
Tra corso Regina Margherita e corso Valdocco si trova il Rondò della Forca. In questo punto esatto, scelto per la vicinanza all’antica prigione in via Corte d’Appello, si trovava il patibolo dove venivano uccisi i condannati a morte fino al 1863. Si tratta però dello stesso luogo in cui venivano crocifissi i condannati e sepolti in morti in epoca più antica, la cosiddetta Val Occisorum. Insomma, un luogo che è da sempre stato legato alla morte e alle tenebre non poteva non entrare nella lista dei luoghi della magia nera di Torino.